jueves, 9 de marzo de 2006

Tutto e' relativo (o quasi). I libri in Italia e per un consumatore italiano non costano tanto, si pensi solamente a quanto spende la gente in scarpe, telefonini, estetisti, lampade, gioiellini, ecc.

Guardiamo un po' qualcosa di "straniero", la Bolivia. Meno di 10 milioni di abitanti, grande 3 volte l'Italia, metà del territorio è foresta amazzonica. Lingua ufficiale spagnolo, tante lingue indigene (le più conosciute: quechua, aymara, guaraní). In certe zone l'indice di analfabetismo raggiunge l'80%. Molta "economia sommersa". Molta gente che provvede ancora alla "soddisfazione" dei propri bisogni (questo e' un eufemismo spaventoso) con il baratto, o che raramente ha avuto tra le mani piu' di 10 euro.

Fino a non pochi anni fa si dipendeva tantissimo dall'editoria di altri paesi con mercati più grossi, come l'Argentina, il Cile, il Messico, la Spagna. Avere una lingua "in comune" era un vantaggio e allo stesso tempo uno svantaggio. E' da poco che l'editoria boliviana prende forza, che c'è un vero lavoro che vada oltre il semplice compito di stampare.

Ma i libri continuano ad essere cari, ed è sempre più esteso il settore dei libri "pirata", con prezzi stracciati perchè non pagano i diritti di autore (figuriamoci quelli del traduttore!). E all'università le cose vanno ancora peggio, di sicuro gli studenti che comprano un libro originale non arrivano all'1%. Fotocopie, ecco la via d'uscita che ho usato anch'io tante volte. I libri accademici sono semplicemente irragiungibili, anche perchè non si trovano proprio. E' un circolo vizioso, i libri costano tanto perchè si vendono poco, la gente compra libri pirata perchè costano meno degli altri perchè sono troppo cari... E così all'infinito.

A casa mia non è mai mancato da mangiare, ma non vivevamo esattamente nell'abbondanza. Mio padre preferiva compare un libro piuttosto di scarpe nuove, e così i libri ci sono sempre stati (e non le scarpe nuove). Il dettaglio sta nelle proporzioni, un libro di 10 euro non era nelle nostre possibilità. Le prime volte che compravo libri qua in Italia soffrivo tanto, mi sembravano carissimi, non ero abituata a spendere così tanto. Dopo qualche busta paga mi sono passate la vertigini, ho ridimensionato i parametri economici, cercando comunque di non perdere mai la consapevolezza del valore reale di quanto potevo permettermi.

Non mi sembra che i libri siano tanto cari (nel contesto italiano). E se mi capita di desiderarne uno davvero caro, riduco volentieri altre spese pur di non limitarmi in libreria.

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