Oggi ho fatto il Babbo Natale per la prima volta. Francesca ha ormai 4 anni e Maria 2, ma finora non avevamo festeggiato veramente questa festa.
Io ho smesso di farlo a 19 anni, in preda a una smania antitutto - anticlericale, antiborghese, antiipocrisia, anti-ciò-che-fanno-tutti. Di sicuro trovavo che fossero dei giorni infernali da diversi punti di vista, tra la frenesia della febbre degli acquisti, la pubblicità invadente e gli auguri provenienti anche dai personaggi che più ti hanno detestato per il resto dell'anno. Ma ricordo con molto affetto, e talvolta con malinconia, le cene e i pranzi di Natale passati dai miei nonni in Bolivia. Le grandi tavolate con zii e cugini, le battute dell'adorato nonno rompiscatole, l'andirivieni dalla cucina al soggiorno, il solito presepe mai cambiato da 30 anni o di più, gli auguri, gli abbracci, l'apertura dei regali... Come dimenticare la volta in cui mio zio Erick mi regalò un portachiavi a forma di osso e con la scritta "odiami se puoi"? Litigavamo di brutto, eravamo nemici dichiarati, ci lanciavamo l'un l'altro ogni sorta di improperi e/o oggetti (arance, bicchieri di Coca Cola)... Eppure eravamo lì, in mezzo agli altri. Questo era il Natale, per me, stare insieme e volersi bene - nonostante lo zio!
Oggi, dicevo, ho fatto il Babbo Natale. Avevo visto che era una festa troppo presente nel nostro contesto socioculturale, impossibile ignorarla e far finta di niente. Parlo per le bambine, ovvio. Quindi ho pensato di riprendere in mano la tradizione. Verso l'una di notte mi sono messa a preparare i pacchi, nel mio ufficio, carta da regalo e forbici in mano. E la mattina, vedere le facce di sorpresa e gioia delle piccole è stato il mio regalo di Natale. Com'è bello fare felice una persona senza che sappia che sei stato tu. Vedi una gratitudine e felicità autentiche, non inquinate dalla riconoscenza nei tuoi confronti. Maria, in via del tutto eccezionale, non ha mangiato subito, come fa ogni mattina al risveglio. Ha invece colorato con i nuovi pennarelli e ha giocato con il cuscino-libro di Winnie the Pooh. Francesca ha detto che Babbo Natale è stato proprio bravo e gli ha portato cose che le piacevano tanto. Già. Poche ma buone, come deve essere.
Oggi ho anche vissuto di nuovo, in parte, l'allegria del ritrovo famigliare. A pranzo dai miei, anche con il nostro amico Pepe arrivato da Milano. Chiacchierare, ridere, ridere e poi ridere. La spensieratezza e la leggerezza, finalmente. La complicità con i miei fratelli, la tranquillità di poter dire qualsiasi cosa senza formalità e perfino (o soprattutto?) senza fondamento, la protezione del background in comune che ci solleva dal dover fare premesse o dare spiegazioni. Sì, niente male come Natale. Dopo siamo andati anche da degli zii, e lì le cose sono un po' degenerate, ma una volta all'anno si può anche fare! Dopo, il rientro a casa e l'abbassamento della pressione (psichica), con un leggero senso di smarrimento. Niente di nuovo sotto il sole.
miércoles, 26 de diciembre de 2007
Il mio primo Natale
Parido por Mariela De Marchi Moyano a las 02:38
Tags: articoli in italiano, vita
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Ciao Mariela, tanti auguri e un abbraccio!
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