martes, 24 de enero de 2006

A proposito di Evo, l'altro ieri

Camisano Vicentino, 22 gennaio 2005.

Ieri c’è stata la cerimonia simbolica d’investitura di Evo Morales a Tiwanaku, oggi quella ufficiale al Palacio Quemado. Diversi amici miei sono andati a partecipare nei festeggiamenti. Io sono molto emozionata, mi dispiace di non essere là. Leggo le notizie con sentimenti contraddittori. Sebbene Evo sia il primo indigena a diventare presidente, non capisco bene la sorpresa: lui è il rappresentante della Bolivia, che è fatta soprattutto di indigeni, cosa c’è di strano? E tutto questo accanimento con l’abbigliamento... Insomma, non si può essere un po’ meno superficiali? Che fastidio. Forse in realtà cerco di liberarmi della speranza, che spesso assomiglia all’ingenuità. Vorrei tanto che le cose andassero bene, che ci fosse finalmente serenità nel mio Paese, un minimo di benessere, giustizia. Il nuovo governo sembra cominciare con il piede giusto, ma ho paura, è tutto troppo bello per essere vero. Nessuno ti da niente per niente, almeno quando c’è di mezzo il potere. Poi ci sono le elevate aspettative dei boliviani, che stanchi degli abusi commessi nel passato sperano in una soluzione quasi miracolosa dei problemi. Non so a che santi rivolgermi per chiedere di proteggere ed assistere Morales e i boliviani.

Mi manca tanto la mia terra.

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